Articolo a cura della dott.ssa Patrizia Del Sole

La psicosomatica è nata da una doppia matrice: quella degli psichiatri e degli psicoanalisti che hanno riscoperto il valore integrante del corpo e quella degli internisti che hanno riscoperto la psiche e la sua interferenza con le funzioni del corpo. Questa doppia matrice ha riportato i vari studiosi, a seconda della loro matrice di partenza, a privilegiare o le ripercussioni psicologiche dei disturbi somatici (psicoanalisti e psichiatri) o le ripercussioni somatiche dei fenomeni emotivi (neurofisiologi e internisti).

Se però partiamo dal presupposto che in natura psiche e soma, spirito e materia, rappresentano due epifenomeni di una identica unità, appare subito evidente come il termine stesso di psicosomatica, mentre da un lato sembra riassumere una visione unificatrice, non fa altro che sottolineare ulteriormente un orientamento dicotomico “non si può riunire ciò che non è mai stato separato” (Raffaele MorelliDove va la medicina psicosomatica). Sostanzialmente esistono due linee di pensiero ben distinte: una che afferma l’unità mente corpo, l’altra che pur affermando questa unità finisce paradossalmente per riconfermare la separazione ed è molto semplice distinguere queste due posizioni, basta vedere se operano una differenziazione tra malattie psicosomatiche e malattie non psicosomatiche.

Mi sembra importante in questo contesto la citazione che il Dott. L. O Speciani fece al 3 congresso mondiale di Medicina a Roma nel 1975 dove, contrastando la nascita di un ulteriore iperspecializzazione nel campo della, cioè quella del psicosomatologo, affermò che “la medicina è tutta psicosomatica, oppure non è medicina“.

Secondo alcune scuole “la Medicina Psicosomatica è quel orientamento di pensiero che si oppone alla frammentazione specialistica in atto nella medicina attuale in nome di una considerazione più unitaria del problema della malattia dei rapporti mente-corpo in generale”.

Le impostazioni metodologiche che considerano separatamente la dinamica dei fatoori organici dei fattori psichici e solo in un secondo momento tentano di porre in relazione le due sfere, ripropongono nella mitologia stessa utilizzata la frammentazione che intendono superare. Ciò significa accentuare ulteriormente la separazione degli aspetti somatici da quelli mentali, mentre soltanto l’approccio unitario del problema ne può permettere l’ effettiva comprensione. Ecco perché la psicosomatica non può porsi come un ulteriore specializzazione da affiancare alle numerose già esistenti, ma deve porsi come un nuovo modo di fare medicina e più in generale di affrontare il problema dei rapporti tra spirito e materia.

Dire che tutte le malattie sono psicosomatiche significa che il nostro organismo viene considerato in ogni suo momento come una unità, significa attribuire ai processi organici un senso. La malattia esprime qualche cosa: può trattarsi di un disagio, un rifiuto, un’incapacità, una sofferenza che non è solo del corpo, ma di tutta la persona. La malattia è quindi una forma di espressione individuale, un messaggio da decodificare, è uno dei molteplici modi in cui il nostro corpo può comunicare.

L’omeopatia nel trattamento delle malattie psicosomatiche

Nella concezione vitalistica di Hahnemann è l’uomo nella sua essenza ad essere ammalato, non un suo organo o una sua parte (Comito 1933). Dietro ogni malattia c’è infatti un malato; sopprimere con la forza i sintomi, senza comprendere da cosa sono originati, non è una soluzione al problema. Il medico non deve soltanto indagare i sintomi somatici che affliggono ma deve invece valutare la persona nel complesso in base alle sue conoscenze e ai racconti del paziente stesso. Per poter ottenere questo, il medico omeopata deve saper instaurare un rapporto di fiducia e apertura da parte del malato, in modo da poter scegliere il rimedio più adatto a lui, il simillimum.

“Guarire” in omeopatia non significa eliminare il sintomo, ma ristabilire l’equilibrio psicofisico dell’individuo: per far questo è necessario l’approccio psicologico. Il medico omeopata oltrepassa la conoscenza della lesione per esplorare l’universo delle sensazioni e delle modificazioni affettive e mentali.

Il processo di guarigione in omeopatia dunque non avviene semplicemente per eliminazione di qualche sintomo fisico. Ma assistiamo ad un’azione profonda del medicamento. Il soggetto ci può sorprendere per i suoi cambiamenti. Egli diventa più presente e più positivo nella vita quotidiana. È più reattivo. È come se la cura omeopatica operasse un “risveglio”, è un vero potenziamento della personalità. A volte si modificano anche i valori ai quali il malato fa riferimento. Possono cambiare i suoi obiettivi esistenziali. In altre parole si crea una nuova condizione psichica che influisce beneficamente anche sul corpo. I sintomi fisici, che sono il linguaggio psicosomatico dei conflitti spirituali della persona, gradualmente si risolvono.

La cura, che si realizza con il ”farmaco” omeopatico è dovuta all’azione dell’energia-informazione che tramite i granuli o le gocce omeopatiche arriva alla parte spirituale del malato. Il medicamento dunque agisce sulla personalità del paziente. Esso fa acquisire una nuova forza. Una migliore consapevolezza di sé e delle proprie capacità. Modifica, riequilibrandole, le tensioni psichiche alla base degli scompensi organici.

Non dimentichiamo che le malattie sono tutte psicosomatiche; ossia interessano contemporaneamente la psiche e il soma. La psicosomatica è una branca della psicologia medica volta a cercare la connessione tra un disturbo somatico e la sua eziologia spesso di natura psicologica. Il suo presupposto teorico è la considerazione dell’ uomo come inscindibile unità psicofisica; tale principio implica che in ogni forma morbosa e fin anche nel trauma accidentale, giochino un ruolo accanto ai fattori somatici anche i fattori psicologici.

L’interconnessione tra il disturbo e la sua causa d’origine psichica si riallaccia alla visione solistica del corpo umano, all’interno della consapevolezza che corpo e mente sono strettamente legati tra loro. I campi d’impiego della psicosomatica sono prevalentemente stress e traumi fisici, psichici e sociali esistenziali.

Un medico svizzero, Gorge Groddeck, scrisse un libro alla fine dell’800 (Il libro dell’Es) in cui dichiarava che ha suo avviso le malattie sono tutte psicosomatiche, nel senso che la psiche centra sempre se uno si ammala, il bello è che all’epoca nessuno sapeva delle malattie psicosomatiche, per cui molti gli risero in faccia. Oggi la medicina ufficiale riconosce che l’80% delle malattie sono psicosomatiche però non se ne parla. Esempi:

  • APPARATO GASTROINTESTINALE: gastrite, colite ulcerosa, ulcera peptica, colon infiammato, rigurgito esofageo
  • APPARATO CARDIOCIRCOLATORIO: tachicardia, aritmie, cardiopatia ischemica, ipertensione
  • APPARATO RESPIRATORIO: asma bronchiale, rinite allergica
  • APPARATO UROGENITALE: dolori mestruali, impotenza, eiaculazione precoce, incapacità di orgasmo, difficoltà di erezione, frigidità, enuresi, prostatite
  • SISTEMA CUTANEO: psoriasi, acne, dermatite atopica, prurito, orticaria, sudorazione abnorme, lupus eritemadoide
  • SISTEMA MUSCOLO-SCHELETRICO: cefalea, crampi muscolari, mialgia, torcicollo, sciatalgia, articolazioni doloranti
  • O anche: bolo isterico (difficoltà a deglutire), labirintite, allergie a punture di insetti al polline agli acari della polvere, stipsi cronica, emorroidi, morbo di raynaud, intolleranze alimentari in genere, otite (soprattutto nei bambini).

Che cos’è l’omeopatia

Ogni sostanza capace a dosi ponderali di provocare dei sintomi in un soggetto sano, può a dosi deboli, guarire quegli stessi sintomi in un soggetto malato“. Alcune esemplificazioni possono essere di aiuto per la comprensione delle basi dell’omeopatia. Così la puntura d’ape provoca in un soggetto sano la brusca comparsa di bruciore e dolore trafittivi con edema rosato, migliorato dalle applicazioni fredde.

Lo stesso veleno (apis mellifica), a dosi omeopatiche, può curare ogni tipo di eruzione cutanea caratterizzata da edema rosato, migliorato da applicazioni fredde, come l’orticaria, l’eczema o eritema solare. Allo stesso modo se si taglia una cipolla, gli occhi cominciano a lacrimare e compaiono abbondanti secrezioni. La stessa cipolla (allium cepa) in dosi deboli, sarà il rimedio delle manifestazioni del raffreddore e della rinite allergica.

In definitiva, in omeopatia si tratta di confrontare due realtà simili: da una parte i sintomi rilevati dal paziente, dall’altra i sintomi riferiti da soggetti sani nel corso dell’assunzione volontaria.

Origini dell’omeopatia

L’omeopatia ha due secoli di vita ma ha già una lunga storia, una storia scandita da una serie di progressi che la “medicina dei simili” ha raggiunto nel diffondersi in regioni ben lontane dalla sua terra d’origine: in India, negli Stati Uniti, in Francia, in Inghilterra, in Brasile, in Argentina, Messico, ecc.

Il medico tedesco Samuel Hahnemann (1755-1843) introduce il termine “omeopatia”, dal greco”omoios” (simile) e “pathos” (sofferenza) e la definisce in maniera completa in 3 opere fondamentali: Organon (1810), Materia Medica pura (1811-1821) e Malattie croniche (1828).

L’omeopatia nasce, quindi, 200 anni fa attraverso gli studi del Dott. S. Hahnemann, il quale traducendo testi di materia medica intuì il comportamento del chinino e formulò un’ipotesi che sperimentò su stesso. La stessa sperimentazione fu fatta su altri volontari ottenendo sempre gli stessi risultati. Hahnemann notò che il chinino usato come rimedio nei malati di malaria, provocava nei soggetti sani, gli stessi sintomi della malaria. Nello stesso modo sperimentò altre sostanze ricavate sia dal mondo vegetale, animale (lachesis) e minerale (sulphur)

Grazie a questi studi e alla sua geniale intuizione, potè dopo svariati anni di studi, formulare il principio su cui poggia tutta la medicina omeopatica e cioè: “il principio di similitudine“, nel quale si afferma che le “malattie guariscono con i rimedi che provocano in un individuo sano i sintomi della malattia stessa“. Ciò sta a significare che la guarigione si ottiene somministrando al malato la sostanza che ha provocato nell’individuo sano gli stessi sintomi di malattia.

I vantaggi dell’ omeopatia

L’omeopatia è una scienza medica naturale che presenta numerosi vantaggi:

  1. I medicinali omeopatici sono preparati a partire da materie prime naturali del mondo vegetale, animale e minerale.
  2. L’uso di medicinali in piccoli dosi assicura l’assenza di tossicità diretta e di effetti secondari.
  3. L’ omeopatia cura il paziente stimolando le risposte specifiche per ripristino dell’equilibrio della salute.
  4. L’omeopatia consente di trattare la malattia in maniera dolce, rapida ed efficace.
  5. L’omeopatia osserva l’uomo nella sua totalità e individualità.
  6. L’ omeopatia propone un trattamento personalizzato.
  7. L’ omeopatia considera la persona inserita nel proprio contesto e secondo lo stile di vita della singola persona.
  8. Nel rapporto medico/farmacista-paziente viene valorizzato il dialogo per una completa comprensione del paziente-cliente.
  9. L’assenza di tossicità rende l’ omeopatia ideale per il trattamento di affezioni in età pediatrica, nella terza età e in gravidanza.
  10. L’omeopatia è perfettamente compatibile e complementare nei confronti degli altri metodi terapeutici.

Il consulto omeopatico

Il consulto omeopatico non differisce radicalmente da una comune visita medica in quanto la diagnosi è il presupposto per qualsiasi tipo di terapia. Ogni clinico che vuole fare dell’omeopatia rimarrà, innanzitutto fedele alle sue abitudini personali e classiche nell’esame del malato: oggetto della visita, studi degli antecedenti ereditari ed acquisiti, esame degli apparati funzionali, indagine sulle condizioni di vita e sulle abitudini alimentari e sulle terapie precedenti.

Fedeli al principio di unità, gli omeopati si sforzano di concepire il malato come unica entità, inseparabile dal flusso vitale universale. La malattia è un episodio che si integra nella storia dell’individuo e della sua famiglia biologica. Nell’interrogatorio si insiste sulla comparsa, origine e circostanze dello stato patologico del soggetto. Oltre allo studio delle modalità, si deve studiare la mentalità e lo psichismo, del paziente. La psiche comprende l’analisi delle funzioni affettive ed intellettuali, la struttura morale, la conoscenza del carattere cioè l’insieme di tutti gli elementi costituenti la personalità psicologica. In ultimo luogo, per arrivare alla scelta del Simillimum, gli omeopati tengono conto d’un certo numero di piccoli segni che sono realmente caratteristici del paziente, quindi del medicamento “Key-notes”, e che raggruppati con i dati dell’interrogatorio, permettono d’individuare più facilmente il medicamento “più simile” del paziente in esame e cioè il Simillimum.

Oltre alla diagnosi medica e alla diagnosi di farmaco Simillimum, è necessario individuare la “diatesi” e la “costituzione che, per mezzo di farmaci che vengono chiamati di “terreno” permettono di curare molto più profondamente.

Il rimedio omeopatico

I rimedi omeopatici sono delle preparazioni analoghe, per quanto riguarda le forme farmaceutiche, a quelle normalmente utilizzate nella medicina tradizionale. I rimedi omeopatici differiscono nel meccanismo d’azione: nell’omeopatia tendono a stimolare la reazione dell’individuo, piuttosto che sopprimere, eccitare o sostituire l’attività di un organo.

Ogni rimedio omeopatico ha due funzioni principali: sulla psiche e sul corpo. Lo stimolo cadrà sull’una o sull’altro secondo la diluizione. Più la diluizione è elevata, più si agisce sulla psiche. Più la diluizione è bassa, più l’effetto si ha sul corpo. I rimedi possono essere di origine vegetale, animale od organica.

Alcuni esempi di cure omeopatiche

Elenco dei rimedi omeopatici più utili per intervenire tempestivamente a ridurre gli effetti di alcune patologie.

  • La crisi d’ansia: Ignatia 30 CH
  • La paura che blocca e la crisi di panico: Gelsemium 30CH
  • L’ansia di anticipazione: Argentum nitricum 15CH
  • La timidezza estrema: Ambra grisea 15CH
  • Lo svenimento facile: Moschus 15CH
  • La delusione amorosa: Natrum muriaticum 15CH
  • L’attacco di collera: Chamomilla 30CH
  • I disturbi a seguito di uno spavento: Aconitum 30CH

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